MEDICINA FUNZIONALE a Brescia e Provincia

La Medicina Funzionale è una branca della medicina che basa il proprio metodo clinico sullo studio dei processi fisiologici. E’ una disciplina che analizza le correlazioni esistenti tra risposta fisiologica, risposta disfunzionale e input stressogeno. Il termine “funzionale” viene utilizzato in riferimento ai cambiamenti che intercorrono a livello della “funzione” cellulare, prima che il perdurare delle condizioni disfunzionali evolva in patologia organo-tissutale o addirittura in sofferenza globale dell’organismo.

Perché la MEDICINA FUNZIONALE REGOLATORIA

Questa medicina riprendendo il pensiero del fondatore  Helmut W. Schimmel ( 1928-2003) ritiene prioritaria  un ampia cooperazione tra la costruzione di un ponte tra il patrimonio di conoscenze derivate dalle molteplici fonti di medicina non convenzionale e la medicina moderna.

Fondamentale è rimanere aperti alle nuove conoscenze, alle nuove tecnologie e ai nuovi modelli interpretativi, necessari per un cambiamento del paradigma scientifico attuale, che ci riporti nuovamente dalla complessità all’unità, una necessità di cui prima o poi tutti dovremmo prendere atto.

La complessità crescente del sapere e i problemi irrisolti hanno dato origine a un inevitabile frammentazione della Medicina in Specialità e a una miriade di correnti alternative, di solito con scarse basi scientifiche e senza modelli interpretativi solidi e unificanti.

E’ necessario approfondire ulteriormente gli studi al fine d’integrare il sapere medico occidentale moderno con il modello omeopatico, fitoterapico, e nutrizionale in un quadro unitario.

COSA SI INTENDE PER MEDICINA FUNZIONALE

Il termine “MEDICINA FUNZIONALE” è recente, proposto nel 1987 da Schimmel che si riferice a tutto il bagaglio medico accumulato a partire dagli inizi del 900 e utilizzato con una visione “integrata” di salute e di malattia, prendendo cioè sempre in considerazione l’organismo intero come unità funzionale, anche per comprendere processi patologici localizzati.


Il termine funzionale significa che riguarda la funzione di un organo o sistema. Una metodica medica diagnostica e terapeutica rivolta al ripristino della salute, mediante l’accertamento e il recupero funzionale dei fattori che sono alla base sia delle malattie conclamate che dei disturbi, più o meno manifesti, spesso non ancora definibili malattie.

Recupero funzionale = ripristino dell’autoregolazione.

Candidosi vulvovaginale: a che punto è la letteratura?

La Candida albicans è il più comune fungo all’interno del microbiota umano, ossia quell’insieme di funghi che popolano il microbiota. È nell’ambiente vaginale in circa il 20-30% delle donne asintomatiche e, quando l’infezione è sintomatica, ci si riferisce alla candidosi vulvovaginale che è causata dalla C. albicans in circa 80- 92% dei casi. Questa problematica diventa ricorrente, quindi con 3 o più episodi l’anno, nell’8% dei casi. Diversi studi hanno valutato le possibili cause che possono portare “fuori controllo” la presenza della C. albicans a livello vaginale, andando ad analizzare vari aspetti legati a co-abitazione con batteri tipici dell’ambiente vaginale ma anche l’attività stessa del sistema immunitario proprio su questo fungo.

A raccogliere il tutto ci ha pensato la review e meta-analisi The Vaginal Microbiome: III. The vaginal microbiome in various urogenital disorders del 2022 in cui viene fatto il punto della situazione sulle attuali conoscenze di questa problematica e di come potersi approcciare anche dal punto di vista clinico.

L’implicazione immunitaria.

Innanzitutto, nella review viene evidenziato come la Candida albicans abbia diverse proprietà che la caratterizzano rispetto ad altri microrganismi. Questa infatti è in grado di switchare tra una forma di blastoconidia ovale, non virulenta e in grado di eludere i sistemi di riconoscimento epiteliale, a una forma invece virulenta che presenta ife ramificate che danno la possibilità a questo fungo d’invadere l’ambiente vaginale. Naturalmente, esiste un delicato equilibrio tra commensalismo e virulenza che viene controllato fisiologicamente dal sistema immunitario innato dell’ospite.

L’attività immunitaria è infatti mediata dall’interazione tra recettori espressi sulla superficie delle cellule immunitarie e pattern molecolari associati alla parete cellulare del fungo. Questa interazione non avviene sempre, ma solo quando la Candida si trova nella sua forma ifale. Viene quindi evidenziato, nello studio, come un deficit di risposta immunitaria dell’ospite possa portare a una non corretta azione nei confronti della C. albicans nella sua forma virulenta arrivando a permettere in questo modo la proliferazione che porta allo stato di candidosi vulvovaginale.

Microbiota oltre il microbiota.

Oltre alla risposta immunitaria, è stato evidenziato come la patogenicità della Candida sia anche relata al resto della comunità microbica con cui questa convive a livello vaginale. Sembra infatti che i batteri, soprattutto alcuni generi e specie, possano modularne la virulenza attraverso la produzione di sostanze come acido lattico, batteriocine, perossido d’idrogeno e biosurfattanti, in grado di prevenire in questo modo la proliferazione di questo specifico fungo.

Diversi studi riportati nella review indicano come i batteri in grado di agire specificamente sulla Candida a livello vaginale e inibirne quindi la proliferazione siano, come ormai risulta chiaro, proprio gli abitanti prediletti di questo ambiente: i lattobacilli.
Ormai da tempo infatti è stato osservato che, in donne con problematica di candidosi vulvovaginale, la modifica sostanziale del microbiota vaginale sta proprio nella riduzione di una determinata specie di lattobacilli, il Lactobacillus crispatus, e nella presenza dominante invece di altre specie batteriche, come L. iners (considerato alla stregua di un vero e proprio patogeno), Gardnerella, Prevotella, Megasphera, Roseburia e Atopobium.

In conclusione, la risposta immunitaria dell’ospite e i metaboliti prodotti da determinate specie batteriche specifiche dell’ambiente vaginale sembrano essere i fattori implicati in una patologia diffusa come la candidosi vulvovaginale.